Anni 1901-1916 (1/6)
La musica brasiliana del periodo 1901-1916 ripropone le caratteristiche basilari che già predominavano nella fine del XIX secolo. Si tratta degli stessi generi – valzer, modinha, canzonetta, chotis, polca – e dello stesso modo di cantare e suonare, le stesse formazioni strumentali e la stessa predilezione per la musica suonata con il pianoforte. Continua inoltre a predominare l'influenza musicale europea, principalmente francese. Una novità importante appare però nell'area tecnologica: l'avvento del disco brasiliano, nell'agosto del 1902. E' proprio il repertorio registrato in questi dischi che, a complemento delle partiture musicali, permette una miglior valutazione della produzione musicale dell'epoca.
Tra i compositori del periodo spiccano tre delle maggiori figure della musica popolare brasiliana: Chiquinha Gonzaga, Ernesto Nazareth e Anacleto de Medeiros, Pur già conosciuti nel XIX secolo è nell'inizio del 1900 che vedono l'apice della loro carriera.
Chiquinha Gonzaga (Francisca Edwiges Neves Gonzaga) è la prima donna ad avere notorietà nella musica popolare brasiliana, è anche stata la prima pianista donna di choro e la prima donna a dirigere un'orchestra in Brasile. E' autrice di una vasta opera orientata soprattutto al teatro, ma il suo nome è legato alla prima marchinha carnevalesca con testo, “Ô abre alas”, da lei composta nel 1899 e dedicata al cordao “Rosa de Ouro”, anticipando di vent'anni quella che diverrà la tipica produzione musicale carnevalesca. La canzone resterà la preferita da cantare alle feste di carnevale negli anni seguenti, dal 1901 almeno fino al 1910. Tra gli altri suoi successi dell'epoca spicca “Corta-Jaca”, lanciato nel 1895 e catalogato come “tango” nell'opera “Zizinha Maxixe” col titolo di “Gaùcho”, per poi godere di grande popolarità tra il 1904 e il 1912 quando viene classificato più correttamente come “maxixe”.
Riferimenti multimediali:
1) 1901 - “Ô abre alas” (marcha-rancho), Chiquinha Gonzaga
2) 1904 - “Corta-Jaca” (“Gaucho”) (tango), Chiquinha Gonzaga
3) Scena tratta dalla miniserie "Chiquinha Gonzaga"